FilmRecensioni

The Dirt: Mötley Crüe. Rockstar senza censure

The Dirt: Mötley Crüe. Vita da rockstar senza censure

 Jeff Tremaine

2019

Disponibile su: Netflix

3/5

Il 22 marzo del 2019 debuttava su Netflix il film The Dirt: Mötley Crüe, per la regia di Jeff Tremaine. La pellicola, ispirata al libro omonimo della band statunitense, racconta la loro genesi e formazione partendo dall’adolescenza turbolenta del bassista Nikki Sixx (Douglas Booth) che, abbandonato dal padre quando era solo un bambino, si ritrova vittima di maltrattamenti e abusi da parte degli innumerevoli compagni della madre che, non essendo per niente migliore degli uomini che sceglie, lo depriva di affetto e protezione. 

L’unica cosa che riesce a tenerlo in vita è una viscerale e prepotente passione per il rock. Così decide di tentare la fortuna a Los Angeles dove, dopo qualche esperienza in alcune band, incontra Tommy Lee (Machine Gun Kellyche gli propone di formare un gruppo.

Grazie a dei provini reclutano Mick Mars (Iwan Rheon), che si fa subito notare per il suo mostruoso talento di chitarrista, mentre Vince Neil (Daniel Webber), un ex compagno di liceo di Tommy Lee, viene scelto come cantante non solo per la sua voce, ma soprattutto per la sua abilità nel catturare l’attenzione del pubblico femminile e assicurare così alla band una folta schiera di groupie. Tra i quattro ragazzi scatta subito una grande intesa e durante un incontro decidono di battezzarsi con il nome “Mötley Crüe”.

The dirt: motley crue

La neo rock band inizia ad esibirsi e, come da manuale, agli inizi i quattro ragazzi suonano in sale semivuote. Ma la fama non tarda ad arrivare, tanto che si ritrovano a firmare un contratto di ben cinque album con il manager Doc McGhee della Elektra Records, fino ad arrivare al successo mondiale e ad essere consacrati come “i padrini del Glam Metal“.

The dirt: motley crue

The Dirt: Mötley Crüe, a differenza di altri film dedicati ad altri gruppi del panorama musicale rock ed heavy metal, racconta senza alcun tipo di censura la vera vita delle rockstar, facendo l’audace scelta di dedicare buona parte del minutaggio non tanto ai successi ottenuti sul palco bensì agli eccessi vissuti dietro le quinte.

L’intenzione della pellicola di Tremaine è palese quanto sfrontata sin dalla scena di apertura, in cui la band esordisce sullo schermo mentre è nel bel mezzo di un festino molto spinto a base di alcool, droga e sesso. Tre argomenti che diventano i punti chiave dell’arco narrativo del film.

The dirt: motley crue

I Mötley Crüe vengono mostrati per quello che sono veramente: fuori di testa e completamente fuori controllo. Il successo ottenuto con le loro canzoni cede il passo alle loro folli serate, tanto che nel film la loro musica è a malapena presente.

Una scelta che in parte penalizza la riuscita della pellicola che, per quanto godibile, manca di quello slancio decisivo che sicuramente avrebbe avuto se fossero inseriti i pezzi migliori dei Mötley Crüe per coinvolgere meglio lo spettatore.

The dirt: motley crue

The Dirt: Mötley Crüe scava nel torbido ma anche nel privato dei membri della band, raccontando situazioni che svelano la fragilità di questi quattro ragazzi pazzi ed eccentrici che, senza alcune delle loro drammatiche esperienze, non sarebbero mai neanche diventati i Mötley Crüe.

Viene mostrata ad esempio la pericolosa dipendenza da alcool e droghe di Nikki Sixx: due strumenti nocivi che usa per soffocare tutto il dolore provato durante l’infanzia e l’adolescenza, fino ad arrivare quasi a morire con un’overdose di eroina ed essere salvato in vero stile Pulp Fiction a un solo passo dalla morte.

Poi c’è Mick Mars, questo chitarrista grandioso che, affetto da spondilite anchilosante, non ha tempo da perdere e corre a prendersi quello che vuole dalla vita prima che sia troppo tardi. Grazie alla strabiliante interpretazione di Iwan Rheon, trapela un Mick Mars dal temperamento forte e deciso, che non ha tempo per la disperazione e che invece di piangersi addosso va a prendersi ciò che suo.

The dirt: motley crue

Infine, la storia che fa più male. Quella di Vince Neil, che sarà colpito dal dolore più grande che una persona possa provare. Quello che lui giustamente descrive come “contro le regole dell’universo“, subito dopo aver perso la sua bambina, spirata a soli quattro anni per un cancro allo stomaco.

È nelle battute finali del film che ci si rende conto di chi siano davvero i Mötley Crüe: quattro ragazzi forgiati dalla musica rock e dalla moda trash degli anni ’80, che devono il loro successo non solo al loro grande talento, ma anche alle esperienze dolorose che li hanno resi quello che sono. Quelle esperienze a cui non hanno sopperito e che hanno saputo convertire in musica esplosiva, amata ancora oggi da milioni di persone.

“Quando Tommy siede dietro la sua batteria, Nikki prende il suo basso, Mars accende la chitarra, succede qualcosa… una specie di scarica elettrica. Non l’ascolti. La percepisci…”

Fonti

The dirt: Mötley Crüe (The dirt, 2019), Jeff Tremaine

Tutte le immagini sono di proprietà Netflix

Anna Rita Constà

Divoratrice di film e serie tv, sempre alla ricerca di novità, ma con un occhio attento ai cult e ai grandi capolavori del cinema. Adora le pellicole d'azione degli anni '80 e '90, come Die Hard e Arma Letale, mentre "Il Corvo" di Alex Proyas è il suo film preferito in assoluto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Copy link
Powered by Social Snap