Quella notte in Miami: l’esordio alla regia di Regina King
Quella notte a Miami: l'esordio alla regia di Regina King
Continuiamo la corsa agli Oscar di quest’anno con Quella notte a Miami… il film d’esordio alla regia di Regina King disponibile in Italia su Prime Video dal 15 gennaio scorso.
Tratto dallo spettacolo teatrale scritto da Kemp Powers, che ne cura la sceneggiatura, il film ci porta indietro al 25 febbraio 1964 quando Cassius Clay divenne il campione dei pesi massimi a soli ventidue anni, battendo Sonny Liston; quella sera, si ritrova con gli amici Malcolm X, Sam Cooke e Jim Brown per festeggiare. Se la vicenda ha luogo a partire da fatti realmente accaduti, proseguendo il film diventa un racconto immaginario di come potrebbe essere andata quella sera e la festa diventa occasione di discussione sulla situazione della comunità afroamericana negli Stati Uniti.
Le candidature ai premi Oscar per la migliore sceneggiatura e per il miglior attore non protagonista a Leslie Odom Jr. sottolineano subito i due punti di forza del film: Quella notte a Miami è tratto da uno spettacolo teatrale e la sceneggiatura lo dimostra attraverso bellissimi dialoghi interpretati da grandi attori, primi tra tutti Kingsley Ben-Adir e il già citato Leslie Odomo Jr., che esplorano la situazione della segregazione razziale statunitense di quegli anni spingendo lo spettatore a riflettere allo stesso tempo sul nostro presente e sul ruolo di ciascuno nelle lotte sociali che ogni giorno si avvicendano in tutto il mondo. Se da un lato abbiamo infatti Malcolm X, famoso leader e attivista afroamericano che sarebbe purtroppo stato assassinato ad un anno di distanza dai fatti raccontati nel film, che ha fatto della lotta per la propria comunità lo scopo della sua vita, dall’altra abbiamo personaggi importanti nel contesto dell’epoca che tuttavia affrontano la lotta da un punto di vista diverso e sicuramente meno “appariscente” del loro amico. Sia Cassius Clay che Sam Cooke e Jim Brown, in quanto sportivi e cantanti avevano molta visibilità nel contesto dell’epoca ma nessuno di loro sembrava essere abbastanza vocale riguardo i diritti umani quanto Malcolm X. Kemp Powers costruisce così un dialogo sulla lotta e sulle diverse modalità in cui questa viene affrontata, allo scopo forse di risvegliare gli animi di tutti verso quanto succede nel nostro mondo.
Sceneggiatura e recitazione sono tuttavia le uniche due cose davvero trainanti del film, il quale risente purtroppo di tutte quelle caratteristiche comuni agli adattamenti cinematografici di spettacoli teatrali. La sceneggiatura prevale su ogni altro aspetto cinematografico e, dopo un’introduzione abbastanza varia dei personaggi, la regia di Regina King si chiude in una stanza soffocante e rimane statica in un continuo alternarsi di campi e controcampi che non riescono forse abbastanza a dare la giusta forza ai concetti che si vogliono esprimere, fatta eccezione per il finale che si fa, invece, più movimentato. Rimane così un po’ di perplessità nell’aver voluto adattare necessariamente uno spettacolo teatrale al mezzo cinematografico: ogni mezzo ha caratteristiche proprie difficilmente trasportabili e Quella notte a Miami rimane purtroppo un film riuscito a metà.
Quella notte a Miami (One night in Miami, 2020), Regina King
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