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Die Hard-Trappola di Cristallo: la recensione

Die Hard–Trappola di Cristallo, Christmas in action!

 John McTiernan

1988

Disponibile su: Disney+

4.5/5

Ispirato al romanzo Nulla è Eterno, Joe, scritto da Roderick Thorp nel 1979, Die Hard- Trappola di Cristallo viene diretto da John McTiernan nel 1988, dando vita al primo capitolo di una delle saghe d’azione più avvincenti e amate di sempre.

Un vero e proprio gioiello del genere action, un classico di Natale e una svolta eclatante per la cinematografia d’azione, che ispirerà tante altre pellicole, consacrando la carriera dell’allora semi sconosciuto Bruce Willis, che venne scelto per il ruolo di John McClane dopo il rifiuto di una lunga lista di attori tra cui Sylvester Stallone, Harrison Ford, Mel Gibson, Robert De Niro, Al Pacino e Arnold Schwarzenegger. Proprio quest’ultimo era il più quotato per la parte, reduce dal successo di Commando del 1985, scritto da Steven E. de Souza che insieme a Jeb Stuart cura anche lo script di Die Hard-Trappola di Cristallo. Cosa che all’epoca dette adito a false voci che pubblicizzavano il primo capitolo di Die Hard come il sequel di Commando. Notizie che vennero poi messe a tacere dopo che Schwarzenegger abbandonò il progetto e che vennero smentite definitivamente qualche anno fa dallo stesso Steven E. de Souza.

Con Die Hard – Trappola di Cristallo, John McTiernan va in controtendenza rispetto agli eroi delle pellicole d’azione di quel decennio e confeziona un protagonista inedito e irresistibile. Un uomo comune che si ritrova da solo a combattere contro dei terroristi in un luogo circoscritto e a cui Bruce Willis presta la sua proverbiale faccia da schiaffi, riuscendo a incarnare alla perfezione il ruolo di John McClane. Un personaggio caratterizzato da un humor pungente, con la battuta sempre pronta, che nei momenti di difficoltà parla da solo ma che si dimostra sempre all’altezza della situazione nonostante sia privo di un addestramento militare, diventando un poliziotto eroico perché le circostanze lo richiedono.

Perennemente sfrontato e strafottente, ma incredibilmente coraggioso nonostante i pochi mezzi a disposizione, McClane trova la forza di combattere contro gli spietati terroristi perché all’interno della trappola di cristallo c’è anche sua moglie Holly. Una donna risoluta ed emancipata, ancora innamorata di John ma che se ne era allontanata a causa della sua carriera trasferendosi a Los Angeles. Cosa che porterà lo sbirro newyorkese in California per tentare una riconciliazione proprio alla vigilia di Natale e che verrà coinvolto in una pericolosa avventura all’interno dell’iconico Nakatomi Plaza.

È proprio il legame logoro ma intenso tra John e sua moglie il filo conduttore della storia, che pone McClane in netto svantaggio rispetto agli avversari, superiori a lui per numero, organizzazione e mezzi. Mentre il nostro eroe scavezzacollo si trova costretto ad affrontarli a piedi nudi, in canottiera e con armi di fortuna, dimostrandosi, nonostante le avversità, un autentico figlio di buona donna in grado di rovinare i piani del nemico.

E Die Hard- Trappola di Cristallo vanta un nemico davvero indimenticabile. Uno dei villain più sensazionali dei film d’azione: Hans Gruber, interpretato da Alan Rickman, al suo primo, strano a dirsi, ruolo cinematografico. Un altro attore esordiente del grande schermo che riesce ad incarnare un antagonista impeccabile, un uomo colto e di classe, gentile e spietato al contempo, con al servizio una squadra di terroristi per lo più tedeschi, armati fino ai denti e con un’importante prestanza fisica.

Anche con l’aiuto a distanza dell’agente Al Powell, interpretato dal simpaticissimo Reginald VelJohnson, John McClane riuscirà a mettere a tappeto i suoi pericolosi avversari e a salvare sua moglie, palesando inoltre l’ottusità e la supponenza dell’FBI e l’invadenza di certi giornalisti da strapazzo.

Il successo di Die Hard -Trappola di Cristallo lo si deve non solo a Bruce Willis e Alan Rickman, ma soprattutto al regista John McTiernan, che ha saputo dirigere la pellicola in modo ineccepibile, con una minuziosa gestione del tempo e dello spazio, decidendo di ambientare l’intera vicenda in una sola notte e non in tre giorni come invece stabilito dallo script e dal romanzo. Il regista alterna scene d’azione a momenti drammatici, rendendo avvincente un film che dura ben 132 minuti e sfrutta l’imponente Nakatomi Plaza trasformandolo in una, per l’appunto, trappola di cristallo mortalmente claustrofobica, specialmente in alcune oramai iconiche sequenze.

Die Hard-Trappola di Cristallo può contare anche su una raffinata colonna sonora che va da “Ode to Joy” di Ludwig van Beethoven, il tema dei terroristi, al brano dei titoli di coda “Let It Snow! Let It Snow! Let It Snow!”, presente anche alla fine del secondo capitolo della saga.

Realizzato con un budget di 28 milioni di dollari, Die Hard – Trappola di Cristallo ne incasserà ben 141 milioni. Un enorme successo di botteghino e di pubblico, che si lascia rapire dal film e soprattutto dal protagonista, che si guadagna all’istante una meritatissima stella nel firmamento dei man of action hollywoodiani.

Una pellicola che insieme al capostipite della saga concorrente di Arma Letale, è una pietra miliare dei film d’azione degli anni ‘80, diventati col tempo anche dei classici natalizi, specialmente per gli appassionati del genere, che non disdegnano una bella dose di adrenalina neanche la sera di Natale.

Fonti

Die Hard – Trappola di cristallo (Die Hard, 1988), John McTiernan

Anna Rita Constà

Divoratrice di film e serie tv, sempre alla ricerca di novità, ma con un occhio attento ai cult e ai grandi capolavori del cinema. Adora le pellicole d'azione degli anni '80 e '90, come Die Hard e Arma Letale, mentre "Il Corvo" di Alex Proyas è il suo film preferito in assoluto.

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