Emma: un film incantevole ma nulla di più
Emma: un film incantevole ma nulla di più

Da Emma, pellicola del 2020 e adattamento dell’omonimo libro di Jane Austen, ci si poneva grandi aspettative, quantomeno un divertente, e/o commovente racconto di un giovane donna di un’aristocratica famiglia inglese, ma non è parso nulla di tutto questo. Certo non è un brutto film, questo sarebbe sbagliato dirlo, è solo, purtroppo, inutilmente lungo e noioso.

Il british humor irriverente e sardonico che pareva trasparire dal trailer è appena accennato, si poteva eccedere decisamente di più; il “dramma” intrecciato nella storia è semplicemente il frutto di piccoli (e dei soliti) fraintendimenti che servono appunto ad aumentare senza motivo la durata del film; non c’è davvero nulla che faccia provare tristezza o allegria, è più che altro un piacevole, leggermente frivolo (con nessuna accezione negativa), raffinato pomeriggio di tè all’inglese, portato forse troppo avanti, quando si poteva andare a casa molto prima.
Sicuramente è un peccato, soprattutto per alcuni membri del cast che risultano quasi inutilizzati per il loro potenziale, come Bill Nighy, Josh O’Connor, Mia Goth e ovviamente Anya Taylor Joy, anche se, essendo lei la protagonista, è ovviamente più in risalto, pur avendo un ruolo molto semplice rispetto alle sue capacità: rimanendo infatti il perno su cui ruota tutto il film e che lo rende gradevole da vedere.

Come accennato prima, infatti, non si può dire che sia un film fatto male, anzi, dal lato cinematografico, dove fotografia e costumi hanno il loro punto di spicco, è curato nei minimi particolari. Da ogni quadro a ogni indumento, da ogni ornamento ai dolci, c’è una sola e unica palette di colori pastello e dai toni tenui e candidi, tanto che perfino le scene più buie sembrano luminose. I vestiti sono tutti minuziosamente adatti, in particolar modo quelli di Emma, che rispecchiano il lato grazioso, candido e leggero del personaggio.
Inoltre c’è effettivamente qualcosa di bello per poter guardare il film, che non si ferma alle maestose sale da ricevimento e alle esasperate e divertenti espressioni di Emma, ma procede nel semplice ma importante concetto che l’amicizia trascende e può superare le classi sociali: Emma ed Harriet, ovvero una figlia di un nobile da una famiglia aristocratica e una ragazza dalle origini ignote e cresciuta in un modesto contesto, stringono pian piano un rapporto basato su fiducia e affetto, sia esso nato dall’ammirazione o dalla curiosità; la diversa estrazione sociale dell’amica non è mai al centro dei discorsi, ma anzi, viene difesa a spada tratta in nome della sua persona e della sua bontà d’animo.
In conclusione, il film merita di essere visto? Sì, per respirare un po’ di quell’aria dell’ottocento inglese per poter mirare le dimore e gli abiti di chi le vive, ma di viverlo con lo spirito della protagonista, in modo leggero e senza troppe aspettative.
Emma. (Id., 2020), Autumn de Wilde
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