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Pieces of a Woman: la recensione del film

Pieces of a Woman: la recensione del film

Pieces of a Woman: locandina del film e valutazione

Kornél Mundruczó

2020

Disponibile su: Netflix

4/5

Martha e Sean aspettano la loro prima figlia quando il parto, che la coppia ha deciso di far avvenire in casa, non va come sperato e la bambina perde la vita poco dopo la nascita. Martha e la sua famiglia sono costretti a venire a patti con quanto successo.

Presentato per la prima volta alla 77esima mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, dove è stato premiato con la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile a Vanessa Kirby, è arrivato al pubblico grazie a Netflix che lo ha distribuito a partire dallo scorso gennaio in tutto il mondo.

Al suo primo film in lingua inglese, il regista ungherese Kornél Mundruczó dà vita alla sceneggiatura di cui è autrice la moglie, Kata Wéber, in un film sulla perdita e sul processo di accettazione che ne deriva da parte di una donna, interpretata magistralmente da Vanessa Kirby, che fa del silenzio la sua migliore arma contro il proprio dolore.

Pieces of a Woman è ispirato ad un evento che la coppia ha realmente vissuto – al contrario di Vanessa Kirby, che si è trovata a dover dar voce ad un evento, il parto, che non ha mai vissuto in prima persona – di cui proprio il silenzio è stato la colonna portante. Un silenzio che impedisce a Martha di andare avanti con la propria vita e che la blocca all’interno del suo dolore allontanandola dai suoi affetti più cari che scivolano sempre più via dalle sue mani. Sullo sfondo c’è un ponte, di cui Sean è costruttore, un po’ simbolo di quel mondo che prosegue senza sosta e che è cieco di fronte a quel momento di stallo della famiglia che vediamo protagonista, a scandire il lento progredire dei mesi dopo il giorno del parto. È proprio la scena del parto la sequenza forse più impressionante di Pieces of a Woman: quasi trenta minuti di piano sequenza in cui Vanessa Kirby e Shia LaBeouf si mettono alla prova all’interno degli spazi angusti dell’appartamento in cui Martha ha deciso di dare alla luce la propria bambina assistita unicamente dall’ostetrica Eva, sostituta della loro già impegnata in un altro parto, lontani dalla sicurezza dell’ospedale. Un piano sequenza che è stato in parte improvvisato e che ci guida attraverso il dolore fisico di Martha e una tensione che sale sempre di più.

Il dolore per questa grande perdita viene affrontato in modo diverso dai vari personaggi: se da un lato abbiamo il dolore silenzioso e nascosto di Martha che le impedisce di andare avanti, dall’altro abbiamo il dolore rabbioso di Sean e la sua ricaduta nell’alcool e nella droga che aveva abbandonato da più di sei anni e il desiderio di rivincita e giustizia della madre di Martha, interpretata da Ellen Burstyn, decisa a portare la questione in tribunale. Ma niente di tutto ciò può riempire il vuoto lasciato dalla perdita, né alcool né risarcimenti, solo l’accettazione e la spinta a ripartire, un po’ simboleggiate da quella mela che continua a ritornare, sia come frutto che come semi in germinazione.

Vanessa Kirby è insomma la star indiscussa del film e speriamo di vederla premiata anche con l’Oscar come miglior attrice protagonista.

Fonti

Pieces of a Woman (id., 2020), Kornél Mundruczó

Intervista per Variety

Gaia Galimberti

Laureata in Scienze dei Beni Culturali all'Università degli Studi di Milano, è cresciuta fantasticando mondi attraverso i libri e, dopo essersi innamorata del cinema, fatica a trovare il tempo per correre dietro a tutte le sue passioni. Sogno nel cassetto: scrivere un libro.

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