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Descendants: Puoi scegliere in cosa credere.

Descendants: Puoi scegliere in cosa credere.

Descendants: locandina e votazione

Kenny Ortega

2015

Disney+

5/5

Settembre è canonicamente il mese del rientro a scuola, per questo vorrei cogliere al volo la possibilità di parlarvi di Descendants, una trilogia di film musical per la televisione debuttati su Disney Channel, distribuiti (ovviamente) dalla stessa Disney, ognuno diretto da Kenny Ortega, lo stesso regista del primo High School Musical, di cui infatti non si potrà non notare l’inconfondibile firma nelle coreografie e in alcune specifiche scene.

Per chi non conoscesse la storia: abbiamo Auradon, un magico reame inaugurato e governato da Adam e Belle, dove principi e principesse abitano serenamente dopo aver avuto il loro lieto fine, e c’è l’Isola degli Sperduti, dove sono stati relegati tutti gli antagonisti e complici, impedendo loro la fuga con una barriera magica. Ed è qui che incontriamo Mal, Evie, Jay e Carlos, quattro inseparabili amici che hanno sempre vissuto alla giornata, fino a quando Ben, prossimo a diventare nuovo re di Auradon, decide di dare una possibilità ai figli dei cattivi, selezionandoli per farli andare a scuola con lui e i suoi compagni. Così i nostri protagonisti, anche se un po’ riluttanti, e con una missione di vendetta affidatogli, saranno scortati nello sfavillante regno del “e vissero tutti felici e contenti”, ma non senza potersi lasciare dietro la pesante ombra dei loro genitori. 

Descendants: una scena del film

Per quanto adorerei parlare di tutta la trilogia, dell’evoluzione dei personaggi e della incredibile colonna musicale impossibile da farvi togliere dalla testa, mi soffermerò sul primo titolo per cercare di spiegarvi perché un film andato in onda su Disney Channel merita così tanto e perchè ci tenga a farvelo conoscere. 

Innanzitutto, anche se scontato, è un grande tuffo nel passato per chi è cresciuto con i grandi classici, e soprattutto per gli amanti dei villains che potranno ritrovare alcuni dei personaggi più iconici trasportati ai giorni nostri, senza aver intaccato la loro peculiare personalità. I temi principali che va a trattare sono di notevole importanza, soprattutto se considerato il target principale a cui la pellicola fa riferimento: classismo e rapporti genitoriali difficili, non troppo brutalmente, vengono definiti in modo chiaro e coinciso. Grazie a Mal, Evie, Jay e Carlos, ci viene mostrato più o meno velatamente come si possa essere segnati dall’influenza tossica della persona da cui si viene cresciuti, nelle grandi come nelle piccole cose, nel modo in cui si affronta il mondo e in ciò che si pensa di se stessi. Un’influenza che arriva a far credere di poter essere soltanto qualcosa di simile a chi si ha sempre avuto vicino, quando invece è bastato un contesto migliore, positivo e protetto,  per scoprire di poter essere molto di più, e di poter avere talento, intelligenza, compassione e affetto.

Descendants: una scena del film

Se poi aggiungiamo la netta differenza di stile di vita tra Auradon e L’Isola degli Sperduti, si può chiaramente intuire (o quantomeno immaginare) la riluttanza e l’ansia di affrontare, o accogliere, un mondo tanto diverso e tanto lontano dalla propria quotidianità: perché cosa mai si potrebbe fare quando non si può avere altro o si conosce solo una realtà raccontata in modo distorto? La si rifiuta, o ne si ha paura, agendo quindi di conseguenza. Per questo se avrete un occhio di riguardo potrete notare come queste differenze siano state perfettamente ben rimarcate grazie all’ambientazione: da un lato abbiamo lo scintillante reame di re e regine, con un richiamo ai patinati anni 90 di case da copertina e studenti tirati a lucido, dall’altro l’Isola, una rievocazione degli anni 80 e periferie delle grandi città, con palazzi decadenti e vie addobbate come una vecchia Chinatown (il che spiegherebbe anche come la maggioranza degli adolescenti possa permettersi vestiti di pelle). 

I costumi dei diversi descendants sono infatti un’altra carta vincente, oltre a essere iconici e ad anticipare il loro carattere, hanno dettagli che richiamano il loro legame di parentela e alla favola da cui provengono. Per ultimo ma non per importanza, le canzoni, che vi rimarranno impresse nella testa e, promesso, vorrete continuare ad ascoltarle anche dopo aver terminato il film. 

Perciò, nel caso dobbiate affrontare un rientro a scuola o siete alla ricerca di un nuovo comfort movie Disney, andate a vedervi Descendants, i Villain Kids potranno farvi sentire a casa più di quanto voi immaginate.

Fonti

Descendants (2015), dir. Kenny Ortega, Disney+

Francesca Sutera

Serpeverde e femminista, cresciuta ad anime e film Disney ha maturato il suo amore per l'animazione, sopratutto per quella giapponese e per quella in stop motion, predilige le opere britanniche, specie se drammatiche o storiche, le favole horror e il black humor. Passa le giornate ad ascoltare musica e sperare in più rappresentazione nei film e cartoni animati.

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