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Tenet – La recensione

Tenet - La recensione

"Non cercare di capirlo, sentilo."

tenet

Christopher Nolan

2020

4/5

Non capita spesso di aspettare un film che sia capace di attirare la curiosità di, letteralmente, chiunque, ma quando si tratta di Christopher Nolan non potrebbe essere altrimenti. Tenet, l’ultimo lavoro del chiacchieratissimo regista, è un film che si è rivelato essere non solo attesissimo ma anche ampiamente discusso, anche per via del periodo che stiamo vivendo. In un momento storico in cui le sale cinematografiche sembravano essere entrate in un sonno profondo, infatti, Nolan ha avuto il coraggio di riaprire le strade ad una nuova era del mondo cinematografico riportando le masse all’interno dei cinema e sicuramente Tenet si è rivelato essere il prodotto perfetto per questo tipo di operazione.

TENET, un palindromo che, oltre a rappresentare la struttura e il nucleo dell’intera pellicola, diventa anche la concreta macchina motrice dell’azione. Grazie a questa tecnologia, il protagonista interpretato da John David Washington (BlacKkKlansman) intraprende una pericolosa missione per salvare il mondo da una minaccia ben più pericolosa di qualsiasi altra affrontata prima: una minaccia futura.

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A primo impatto, sembrerebbe che Nolan abbia preso in prestito certe tematiche dai suoi precedenti lavori, come Inception, il suo heist movie per eccellenza, e Interstellar, in cui la tragedia familiare si immerge nelle complicatissime questioni temporali. In realtà, Tenet è decisamente più accostabile al penultimo capolavoro del regista, Dunkirk. L’incalzante ritmo che punta tutto su una costante tensione sensoriale è esattamente lo stesso che viene costruito nel precedente film grazie alla narrazione parallela di tre assi temporali, mossi sulla colonna sonora di Hans Zimmer (qui sostituito da Ludwig Goransson per via dei suoi impegni per il film Dune), e che tengono lo spettatore perennemente col fiato sospeso. In Tenet il meccanismo è simile, se non addirittura adeguatamente migliorato grazie anche a delle coreografie che segnano il culmine del lavoro sulla concezione del tempo di Nolan che ci fa tanto battere il cuore.

Purtroppo, Tenet ha in comune con Dunkirk anche la mancata collaborazione con il fratello Jonathan Nolan alla scrittura della sceneggiatura, assenza che purtroppo si fa sentire nella debolezza dei rapporti umani filtrati da un distanziamento a tratti fin troppo pungente. Questo aspetto viene fortunatamente compensato da un’incredibile chimica che traspare proprio a partire dalla coppia Washington-Pattinson, dimostrando un’intesa capace di reggere il peso di un film così ingombrante. Allo stesso modo, la contrapposizione tra i personaggi di Elizabeth Debicki e Kenneth Branagh, pur partendo da una base quasi macchiettistica, segna il filo conduttore abbastanza nichilista da ribaltare qualsiasi aspettativa.

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Punto focale dell’intero film rimane comunque il Tempo, la personale ossessione di Christopher Nolan, ossessione che abbiamo in comune e per questo trovo facile capire il motivo di tanto entusiasmo nella realizzazione. Questo entusiasmo ha prodotto, però, anche alcuni momenti piuttosto confusionari. Nonostante i classici spiegoni che troviamo in quasi tutti i suoi film, infatti, certi passaggi d’azione sono eccessivamente macchinosi senza alcuna ragione, rendendo leggermente complicato riuscire a stare dietro costantemente ad ogni inversione temporale. La resa visiva, però, è abbastanza grandiosa da riuscire a compensare queste piccole lacune, rendendo lo spettatore desideroso di tornare al cinema per una seconda visione e godersi anche i più piccoli particolari che sicuramente con una sola proiezione non possono essere colti nella loro totalità, o anche solo per ammirare i bellissimi combattimenti e passaggi invertiti in cui i movimenti risultano volutamente scoordinati, dando letteralmente la sensazione di assistere ad un pesce che tenta di nuotare contro corrente. Mentre si assiste a questa corsa al contrario contro il tempo l’unico consiglio che si può seguire è lo stesso che viene dato proprio da uno dei personaggi ad inizio film: “Non cercare di capirlo, sentilo”. E Tenet è sicuramente un film che, più che capito, va sentito.

Fonti

Tenet, dir. Christopher Nolan, 2020

Valentina Dadda

Studia scienze dei beni culturali ed è innamorata da sempre del cinema e della letteratura, suoi compagni di viaggio da una vita. Affronta le giornate passando da una citazione all'altra e passerebbe ore a parlare di scienza o di femminismo, o di tutte queste cose insieme.

5 thoughts on “Tenet – La recensione

  • Valentina

    Recensione veramente perfetta, esprime appieno tutto quello che avrei detto io, ma in maniera decisamente migliore!
    A me il film è piaciuto molto: l’incastrarsi anche molto complicato delle varie parti del film mi ha preso tanto, anche se ovviamente mi ha distolto da quelle grosse lacune che ha la trama.
    Concordo anche sulla freddezza dei rapporti umani, che ahimè si fa sentire.
    Non uno dei film migliori sicuramente (battere Inception rimane comunque un’impresa a dir poco ardua) però a mio parere, film promosso!

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    • Grazie per i complimenti!
      Inception rimane anche tra i miei preferiti, anche perché è stato il primo che mi ci ha fatto affezionare e per alcuni aspetti lo trovo insuperabile! E concordo su tutto, nonostante i difetti mi ha tenuta attaccata alla sedia e per me è sicuramente una cosa positivissima!

      Risposta
  • Purtroppo è il film di Nolan che mi ha convinto di meno in assoluto. La mancanza del fratello alla sceneggiatura si sente eccome e per quanti sforzi io abbia fatto per cercare di seguire il film dopo un po’ mi sono perso. Questo perché Tenet, oltre a trattare argomenti già di per sé abbastanza complessi (multiversi, inversione di entropia ecc.) non concede UN ATTIMO di respiro allo spettatore, letteralmente sommerso dall’inizio alla fine di dialoghi che, come sempre in Nolan, vanno seguiti nei minimi dettagli per non perdersi per strada. Impossibile non perdersi. Ho trovato abbastanza piatti e ridotti a macchiette anche gli attori, eccezion fatta per Pattinson, che si conferma un attore straordinario. Ovviamente gli effetti speciali sono incredibili e la regia di prima classe, ma io credo che questo non basti per realizzare un buon film, o comunque un film ben sopra la media come ci si aspetterebbe da Nolan. La mia impressione è proprio che il regista, nascondendosi dietro al “non cercare di capire, sentilo”, abbia voluto strafare inserendo troppi elementi in un unico film, rendendolo eccessivamente denso e nascondendo la mancanza di una sceneggiatura davvero troppo assente.
    Ovviamente la recensione è molto bella, come sempre!

    Risposta
  • Purtroppo è il film di Nolan che mi ha convinto meno in assoluto. La mancanza del fratello alla sceneggiatura effettivamente si sente eccome, e per quanti sforzi io abbia fatto per tentare di seguire il film nella sua interezza dopo un po’ mi sono perso. Questo perché oltre agli argomenti trattati che sono parecchio complessi (multiversi, inversione di entropia ecc.) non c’è UN ATTIMO di respiro per lo spettatore, letteralmente sommerso dall’inizio alla fine di dialoghi che, come sempre in Nolan, vanno seguiti nei minimi dettagli per non perdersi per strada. Anche gli attori mi sono sembrati piuttosto piatti e ridotti a machiette, eccezion fatta per Pattinson, che si conferma un attore straordinario. Ovviamente il film ha effetti speciali incredibili e una regia di prima classe, su questo non si discute, ma io credo che questo non basti alla realizzazione di un buon film. Non so, la mia impressione è che Nolan, nascondendosi dietro al “non cercare di capirlo, sentilo” abbia voluto strafare, inserendo troppi elementi in un unico film rendendolo troppo denso e lasciando veramente troppo da parte la sceneggiatura.
    Ovviamente la recensione è molto bella, come sempre 😉

    Risposta
    • Grazie mille, come sempre gentilissimo!
      Purtroppo si è davvero costretti ad ammettere che i lavori migliori sono sempre stati quelli in cui i fratelli Nolan hanno collaborato e questo film ne è stato la prova. Il maggiore errore forse è stato “credere troppo” nell’idea e basarsi molto su questo istinto, senza andare troppo in profondità. Allo stesso tempo è un istinto in cui mi sono rivista moltissimo e proprio per questo l’ho apprezzato, però tutto quello che è dici è assolutamente innegabile e più che giusto, purtroppo.
      Grazie mille ancora per il commento!

      Risposta

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