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The Old Guard – La recensione del nuovo action movie

The Old Guard - La recensione

Nuovi eroi in vista

the old guard

Gina Prince-Bythewood

Netflix

2020

3.5/5

Lo scorso luglio è arrivato su Netflix The Old Guard, il cinecomic diretto da Gina Prince-Bythewood e ispirato all’omonimo fumetto di Greg Rucka che, per l’occasione, si è anche occupato della sceneggiatura. Ovviamente, con la premessa di un paio di sane scazzottate in salsa fantascientifica, non potevo lasciarmelo sfuggire e il risultato è stato proprio quello di riportarmi ai tempi degli action movie anni ’90. Una piccola premessa va fatta: se volete godervi il film al 100%, correte a vederlo e tornate a leggere questa recensione soltanto dopo perché il colpo di scena che troverete nei primi 10 minuti (e di cui dovrò parlare per cause di forza maggiore), se non sapete nulla della trama, è assolutamente uno dei momenti migliori dell’intero film. Io vi ho avvertito quindi sappiate che da questo momento potreste trovare spoiler (soltanto dei primi minuti, ovviamente).

the old guard 2

I protagonisti di questa sanguinolenta storia sono un gruppo di quattro guerrieri e mercenari immortali, in vita da decenni, secoli o addirittura millenni, capitanati da Andromaca “Andy” di Scizia (Charlize Teron), la più anziana tra di loro. Legati come una vera e propria famiglia, cercano di usare il loro “dono” per lottare nel nome del bene quando possono ma, caduti in una trappola, sono costretti alla fuga per sfuggire ad una casa farmaceutica che vorrebbe rinchiuderli per sfruttarli come cavie. È proprio allora che scoprono l’esistenza di una nuova ragazza esattamente come loro, Nile Freeman (KiKi Layne), una giovanissima marine che viene uccisa in missione e torna “misteriosamente” subito in vita. A questo punto il gruppo si divide: Andy va alla ricerca di Nile per convincerla ad unirsi alla squadra, mentre Booker (Matthias Schoenaerts), Joe (Marwan Kenzari) e Nicky (Luca Marinelli), gli altri componenti del gruppo, continuano la fuga con la promessa di ritrovarsi poco dopo.

Come è facile intuire, ci troviamo di fronte ad una trama piuttosto lineare che di complicato non ha assolutamente nulla e che riprende in pieno stile la struttura in voga tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000, accodandosi ai numerosi simili esperimenti che si trovano al momento sulla piattaforma streaming che ha dato vita a The Old Guard, forse addirittura fin troppo. Anche il villain principale, introdotto a film già inoltrato, si rivela essere nulla di più che il grande e cattivo boss capitalista proprietario di una grande corporation, abbozzato senza alcun spessore e piazzato lì giusto per avere qualcuno da combattere e per giustificare le magnifiche scene d’azione. Da questo punto di vista, purtroppo, il film non risulta affatto innovativo, almeno per quanto riguarda l’aspetto registico che sì, fa certamente il suo discreto lavoro, ma non si afferma come nulla di memorabile. Al contrario, è perfetto per trasportarci indietro nel tempo e rivivere quelle esplosive scene che da piccoli amavamo vedere al cinema.

the old guard 3

La trama principale, quindi, è presentata leggermente sottotono ma dall’altra parte, a scuotere maggiormente il nostro interesse ci pensa la storia della nascita di questo gruppo di guerrieri. D’altronde, The Old Guard si presenta proprio come l’origin story tipica dei film di supereroi hollywoodiani, con l’aggiunta di una violenza più cruda che non guasta assolutamente all’interno del contesto. Attraverso i racconti delle avventure di Andy e Booker, o quelli della commovente storia d’amore tra Joe e Nicky, ci vengono presentate riflessioni ben più profonde di quanto ci si potrebbe aspettare da un film del genere ma che sono inevitabili quando un elemento così importante come l’immortalità entra in gioco. Sono proprio questi temi a smuovere un maggiore interesse nello spettatore, nonostante siano più volte introdotti con un gioco non esattamente furbissimo di frasi e aforismi prevedibili. La stanchezza che la più che avanzata età di questa “vecchia guardia” si porta dietro, i dubbi sul poter riconoscere il lato “buono” di una lotta e il bene che può uscirne: tutto questo contribuisce a rendere perfettamente l’emotività di questi personaggi, rendendoli la vera perla del film. Riprendendo il tema della found family, ne emerge un rapporto sentimentale tra persone che inizialmente non avevano nulla in comune (sottolineando anche una diversità e un’attenzione per la rappresentazione da non sottovalutare) ma che si sono trovate a condividere qualcosa di enormemente più grande di loro e che inevitabilmente li ha uniti non solo per la vita, ma per l’eternità, arrivando quindi a comprendersi l’uno con l’altro in una maniera che sembra quasi inimmaginabile.  Proprio in questo contesto, gran parte del lavoro è stato sicuramente fatto dal formidabile cast che vede in testa Charlize Teron, completamente a suo agio tra un colpo d’ascia e l’altro, così come d’altronde lo è anche il nostrano Luca Marinelli, che trova il posto perfetto in una produzione internazionale del genere. 

Certo è che le ben due ore di film per The Old Guard forse sono un po’ troppe, specialmente considerando che il film si basa principalmente sull’andamento della trama principale, ma le scene di combattimento e i personaggi aiutano ad alleggerire la durata dandoci esattamente ciò che ci si potrebbe aspettare da un film del genere: nulla di più e nulla di meno, ma lasciandoci con la voglia di incontrare nuovamente i nostri guerrieri, grazie anche al finale che preannuncia (si spera!) un sequel.

Fonti

The Old Guard, dir. Gina Prince-Bythewood, 2020 

Valentina Dadda

Studia scienze dei beni culturali ed è innamorata da sempre del cinema e della letteratura, suoi compagni di viaggio da una vita. Affronta le giornate passando da una citazione all'altra e passerebbe ore a parlare di scienza o di femminismo, o di tutte queste cose insieme.

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