RecensioniSerie TV

Stranger Things 4: la solita minestra riscaldata?

Stranger Things 4: la solita minestra riscaldata?

Stranger Things 4: locandina e titolo articolo

Stagione 4

2022

Disponibile su: Netflix

3/5

Con il rilascio dei – lunghissimi – ultimi due episodi, lo scorso primo luglio si è conclusa anche questa quarta stagione dell’apprezzatissima serie Netflix Stranger Things, firmata dai Duffer Brothers. Sono passati ormai sei anni dall’uscita della prima stagione (vi sentite un po’ vecchi?) e tre dall’uscita dell’ultima, che ci aveva lasciati tutti con il fiato sospeso e la curiosità di sapere che fine avesse fatto Jim Hopper, risucchiato nell’esplosione della macchina azionata da Joyce. Ebbene, dopo una pandemia che ha ritardato di molto le riprese, finalmente abbiamo potuto vedere il proseguimento di questa storia che sembra finalmente avviarsi verso la sua conclusione (ma a quanto pare la prossima quinta stagione sarà l’ultima).

A distanza di tre anni ci ritroviamo quindi ancora una volta a Hawkins, almeno in parte, e ad accoglierci ci sono ragazzi improvvisamente cresciutissimi alle prese con l’ennesima minaccia dal Sottosopra. Ma questa volta ci sarà qualcosa di molto più pericoloso da affrontare…

Visto che la stagione è uscita da un po’ ci permettiamo di fare qualche SPOILER. Occhio se non l’avete ancora vista!

Netflix_Stranger Things: immagine promozionale

Il gruppo si divide

Ripartiamo da Hawkins, quindi, o quasi. Come vediamo nell’epilogo della terza stagione, infatti, Joyce ha compiuto l’ardua scelta di lasciare il paesino natio e portare la sua famiglia in salvo verso la California – ed era anche l’ora, diremmo noi – portando con sé anche Undici, apparentemente orfana del padre adottivo. Il gruppo di amici si ritrova quindi diviso: la cosa semplifica di molto la gestione dell’elevato numero di personaggi, che aumenta esponenzialmente di stagione in stagione, e dà agli sceneggiatori una scusa per sviluppare diverse sottotrame necessarie solo ad annacquare un po’ il brodo e allungare episodi già di per sé parecchio densi.

Vediamo quindi i ragazzi affrontare il loro primo anno di liceo e tutti i cambiamenti che questo comporta: Mike, Dustin e Lucas cercano il loro posto nel loro nuovo piccolo mondo, divisi tra il mantenere il loro ruolo di nerd e la ricerca di un po’ più di popolarità, Max combatte contro il trauma della perdita del fratello Billy; dall’altra parte Will soffre per la lontananza dagli amici di sempre e Undici fatica a trovare il suo equilibrio in una vita finalmente “normale”, venendo presa di mira e pesantemente bullizzata, quasi ai limiti dell’innaturale. I più grandi Nancy e Johnatan soffrono nella loro relazione a distanza, Steve e Robin sono alle prese con le loro questioni di cuore. Gli adulti come al solito ignorano completamente i figli, compresa Joyce che parte in una folle missione per il salvataggio di Hopper in compagnia dell’ormai fidato Murray.

Tutto molto bello, se non fosse che, inevitabilmente, la moltitudine di storyline finisce per sacrificare molti dei personaggi, che finiscono in secondo piano se non del tutto schiacciati sullo sfondo.

Gli ingiustamente sacrificati…

Partiamo da Will, primo di una catena di personaggi unicamente scritti in funzione di Undici: da grande protagonista delle prime stagioni, il bambino scomparso di Hawkins viene qui purtroppo relegato a terzo incomodo nella relazione Mike-Undici. È protagonista di scene particolarmente toccanti che rilevano la sua più che probabile cotta per Mike ma il suo ruolo nella stagione rimane completamente marginale: il suo unico compito è quello di aiutare Mike ad elaborare i suoi sentimenti per Undici.

Mike stesso in tutta la stagione è protagonista di un’unica scena importante – e purtroppo piuttosto cringe – in cui ha lo scopo di riportare Undici con i piedi per terra e darle la forza necessaria di affrontare Vecna.

Intorno al trio ruota forse il più sacrificato di tutti, Johnatan, che lontano da Hawkins perde tutta la sua importanza e viene relegato a baby sitter fattone e vena comica insieme all’amico Argyle, se non fosse per quell’unica scena di importante sostegno al fratello in difficoltà.

Insomma, Johnatan aiuta Will che aiuta Mike che aiuta Undici. Bene, ma non benissimo.

Tra i sacrificati anche Robin, ridotta esclusivamente alla sua cotta, per altro sua copia sputata, e il povero Steve: dopo una notevole maturazione si torna punto e a capo, riducendo nuovamente la sua storia al triangolo Nancy-Johnatan-Steve.

Stranger Things 4: Max viene posseduta da Vecna

…Max e gli altri personaggi memorabili

Tra tutti, uno dei personaggi che acquistano maggiore importanza è sicuramente Max. L’ormai non più piccolissima Sadie Sink si ritrova infatti a portare sulle sue spalle una fetta molto importante della stagione: presa di mira da Vecna a causa del trauma per la perdita del fratello, deve affrontare il senso di colpa del sopravvissuto e l’impossibile vuoto da riempire lasciatole dalla sensazione che avrebbe potuto fare di più per salvarlo. Eppure, in fondo, la sua perdita è stata quasi una liberazione…

In questa stagione quindi Max non solo è protagonista di alcune delle sequenze più memorabili della serie, ma rimane a tutti gli effetti il personaggio più approfondito e meglio scritto dell’intera stagione. Un decisivo passo avanti rispetto alle scorse stagioni, dove fungeva da quota rosa del gruppo di amici.

E non solo Max: la quarta stagione ha il pregio di introdurre anche altri nuovi personaggi memorabili: dall’eccentrico Eddie Munson (Joseph Quinn), capo del club di Dungeons & Dragons Hellfire, al temibile Uno/Henry/Vecna (Jamie Campbell Bower), villain dal passato turbolento e, si scoprirà, vero e proprio creatore del Mind Flayer e del Sottosopra. Un villain che è protagonista di uno stupefacente e articolato colpo di scena. Una storia, la sua, che molto probabilmente gli scrittori non avevano presente fin dall’inizio ma che hanno saputo inserire e collegare splendidamente nella storia.

Una scrittura pigra e codarda

Non sono solo gli attori ad essere cresciuti: con loro si evolve anche il comparto tecnico, portandoci in una storia nettamente più cupa e dai tratti marcatamente horror rispetto alle precedenti stagioni. Le performance degli attori, tranne qualcuno, sono davvero incredibili e alcune scene sono già entrate nell’immaginario collettivo. Per non parlare della colonna sonora squisitamente anni ‘80, Running up that hill in primis. Per quanto visivamente stupefacente – anche gli effetti visivi non scherzano, gli ultimi due episodi sembra siano stati rimandati di qualche settimana proprio per permettere al reparto tecnico di ultimarli – la quarta stagione di Stranger Things non riesce a mantenere appieno le altissime aspettative. Nonostante le molte scene memorabili e alcune storyline decisamente incisive, non possiamo non contestare una scrittura pigrissima ed estremamente ripetitiva.

Tutto è apparentemente normale, la vita scorre tranquilla, quando cominciano i primi fenomeni strani e paranormali che costringono il gruppo a riunirsi e sfidare una grande minaccia proveniente dal Sottosopra: il tutto condito da difficoltà nella gestione dei poteri di Undici e da nuovi personaggi memorabili appena introdotti che rimangono in vita giusto il tempo per conquistare il cuore degli spettatori prima di venire spettacolarmente uccisi e dare il colpo emotivo alla storia. Se vi suona familiare, ebbene, questa è la struttura di tutte e quattro le stagioni di Stranger Things. Un po’ ripetitivo, no?

E non solo. I nostri amatissimi personaggi ne affrontano di ogni, ma neppure uno ci rimane secco. Arrivati alla quarta stagione la cosa è ormai improbabile e toglie ogni sensazione di pericolo per i personaggi principali, protetti dallo scudo inscalfibile del protagonista impossibile da abbattere. Una scrittura, quella dei Duffer Brothers, estremamente codarda. Sarebbe stato molto doloroso, è vero, ma quanto sarebbe stato d’impatto vedere l’effettiva morte di Jim Hopper alla fine della terza stagione? O il sacrificio di Steve o Max? Invece no. Steve sopravvive miracolosamente a ferite potenzialmente mortali, Max viene salvata in corner da Undici. Per quanto sia di sollievo per i nostri cuori, la serie perde completamente in forza e, in parte, in credibilità.

Sempre parlando di scrittura pigra e codarda, impossibile non citare l’ellissi narrativa dell’ultimo episodio che interrompe bruscamente il crescendo emotivo e riduce un evento di per sé traumatico all’indifferenza più totale dei personaggi che tornano alle loro attività abituali. Possibile che la morte di Eddie non abbia avuto alcuna ripercussione su personaggi che fino a due giorni prima hanno tentato il tutto e per tutto per salvarlo? E quanto perde di potenza la reunion tra il gruppo di Hopper e quello dei ragazzi?

Storyline inutili e lasciate a metà

Mentre i nostri protagonisti se la giocano negli Stati Uniti, Joyce e Murray partono al salvataggio di Hopper. Questa – seguita a ruota da quella del gruppetto di Mike – è probabilmente la storyline più inutile della stagione. Un complicatissimo e improbabilissimo via vai per riportare a casa un personaggio che, come abbiamo detto, probabilmente avrebbe avuto più impatto da morto. Una storyline che si sarebbe potuta ridurre di qualche ora e che è servita solo a tenere impegnati personaggi altrimenti di troppo.

All’improbabilità della missione si aggiunge la sua completa inutilità ai fini della trama principale, con un espediente tirato fuori dal cappello magico per cercare di dare un senso alla loro presenza in Russia.

Alle sottotrame inutili si affiancano quelle lasciate purtroppo a metà, forse tagliate dal montaggio finale per non allungare ulteriormente episodi già lunghissimi. Non possiamo però fare a meno di chiederci che cosa ne pensi Hawkins di come sono finite le cose con l’Hellfire, di che fine abbia fatto l’esercito che era a caccia di Undici, di come siano rimaste le cose con i suoi bulli in California. Tante cose lasciate appese…

Il finale ci lascia aperti a una quinta stagione che si prospetta essere abbastanza esplosiva: speriamo solo di non ricevere la solita minestra riscaldata e che tutti i personaggi abbiano giustizia. E Duffer Brothers, non abbiate paura di sacrificare qualche personaggio… le scene drammatiche si sa, sono sempre le migliori.

Fonti

Stranger Things (Id., 2022), Netflix

Tutte le immagini sono di proprietà di Netflix

Gaia Galimberti

Laureata in Scienze dei Beni Culturali all'Università degli Studi di Milano, è cresciuta fantasticando mondi attraverso i libri e, dopo essersi innamorata del cinema, fatica a trovare il tempo per correre dietro a tutte le sue passioni. Sogno nel cassetto: scrivere un libro.

One thought on “Stranger Things 4: la solita minestra riscaldata?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Copy link
Powered by Social Snap