Sex Education 3: un cocktail di emozioni
Sex Education 3: un cocktail di emozioni
A più di un anno e mezzo di distanza, riprendiamo a seguire le vicende degli adolescenti più stravaganti che esistano: gli studenti della Moordale Secondary School. Sex Education, infatti, è tutt’altro che una banale lezione di educazione sessuale. Bensì è il racconto dei diversi modi in cui sesso e sessualità (da distinguere), vengono vissuti e affrontati, non solo dagli adolescenti ma anche dagli adulti. Inoltre, a partire da questo macro-tema, vengono approfonditi numerosi argomenti annessi, tra cui l’omofobia, la discriminazione di genere, le molestie sessuali e l’importanza del sesso protetto.
Non più un solo protagonista: c’è spazio per tutti
A differenza delle stagioni precedenti, dove Otis Milburn (Asa Butterfield) era il protagonista indiscusso, questa volta la sua importanza viene considerata quasi alla pari degli altri personaggi principali, i quali affrontano l’amore, il sesso e la sessualità in modi diversi e molto personali. Per questa ragione è importante sottolineare l’originalità dei protagonisti e l’unicità che i loro caratteri e comportamenti rappresentano. Maeve (Emma Mackey), è la testimonianza della sensibilità e dell’altruismo che, spesso in età adolescenziale, si celano come forma di protezione dietro a un apparente scudo di freddezza e arroganza. Aimee (Aimee Gibbs), è il simbolo della bontà, talvolta eccessiva, e dell’ingenuità, sporcata dall’aggressione sessuale di cui si ritrova vittima. Adam (Connor Swindells), rappresenta l’insicurezza e lo smarrimento adolescenziale, al contrario del fidanzato Eric (Ncuti Gatwa), ricco di ideali e con una grande voglia di sperimentare. Non meno importante è la crisi di Lily (Tanya Reynolds), che comincia a considerare se stessa come “quella strana” ossia come l’etichetta che le è stata assegnata dagli altri studenti, e pertanto a considerare la propria diversità come una penalità. Inoltre, una maggiore rilevanza è stata attribuita al personaggio di Ruby (Mimi Keene), nel momento in cui prova sulla propria pelle quella che è la paura più grande di qualsiasi adolescente: essere feriti proprio quando si mostra la parte più fragile e vulnerabile di sè. Infine la new entry Cal (Dua Saleh), rappresenta la prova vivente della discriminazione e del disagio che le persone che si identificano come non binarie spesso affrontano nelle società odierne.
Di conseguenza è impossibile non notare come le forti personalità dei protagonisti vengano evidenziate anche a livello visivo, tramite i colori sgargianti dei vestiti, dei trucchi, e degli accessori che indossano, successivamente spenti dall’imposizione della monocromia dell’uniforme da parte di Hope.
Un cocktail di emozioni: sorrisi e lacrime, fragilità e coraggio, ordine e rivoluzione
Se le prime due stagioni sono caratterizzate principalmente da comicità e ironia, in quest’ultima è facile riconoscere anche scene fortemente drammatiche ed emotive. Ne è un esempio la scena d’amore tra Maeve e Isaac, resa con particolare delicatezza e calma, con l’obiettivo di rompere il cliché della passione come qualcosa che deve essere sprigionato con foga e impeto. Oppure la sensazione di rabbia e sgomento che lo spettatore prova quando la preside Hope decide di punire pubblicamente alcuni dei suoi studenti, costringendoli a portare un cartello umiliante, che li porta a isolarsi e a vergognarsi delle persone che sono. Così come non ci si può scordare della drammaticità dei momenti in cui Jean Milburn è sull’orlo tra la vita e la morte, e di come ci immedesimiamo nella tristezza degli occhi di Asa Butterfield mentre si pente delle ultime parole rivolte alla madre.
Insomma, l’originalità di questa serie si trova proprio nell’equilibrio: nella giusta contrapposizione tra scene ironiche e divertenti e scene sensibili e delicate, portando così lo spettatore a rivivere non solo la tipica spensieratezza giovanile ma anche la classica insicurezza adolescenziale.
In conclusione si può affermare che questa terza stagione riconferma la propria capacità di scardinare qualsiasi tipo di taboo riguardante il sesso e la sessualità senza mai scadere nel volgare. Inoltre, rimanendo coerente con le stagioni precedenti, trasmette un messaggio fondamentale per i giovani al giorno d’oggi: ognuno di noi è unico, e per questo bello a modo suo (come dimostrato dai dolcetti preparati da Aimee).
Sex Education (Id., 2021), Netflix
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