RecensioniSerie TV

Mrs America: come il femminismo rivoluzionò gli anni ’70

Mrs. America: come il femminismo rivoluzionò gli anni '70

Mrs America: locandina e valutazione

Miniserie

2020

Disponibile su: TimVision

4/5

Negli ultimi anni abbiamo avuto sicuramente vari titoli tra il panorama seriale che possiamo ritenere femministi, per tematiche e/o personaggi, ma c’è un titolo che, passato forse in sordina, parli di femminismo, nello specifico della storia di come si sviluppò e mutò il movimento negli anni ‘70, parliamo della miniserie uscita nel 2020, Mrs. America. La miniserie presenta 9 episodi dalla durata di circa un’ora, quindi perfetta da vedere in una giornata, e un cast ricco di attrici davvero immerse nella parte, rendendola ancora più godibile, citando due nomi più conosciuti (che già da sole dovrebbero farvi venire voglia di iniziarla) Cate Blanchett e Sarah Paulson.

Mrs America: Cate Blanchett e Sarah Paulson in una scena della serie

Le vicende narrano gli avvenimenti accaduti tra il 1971 e il 1980 del tentativo di far approvare una legge per la parità dei diritti e delle opposizioni che ha dovuto affrontare. Ma non solo, si parla delle divisioni tra il movimento femminista stesso, del femminismo nero, delle problematiche e dei compromessi da mettere in conto, di priorità diverse. Di discriminazioni di genere, che subiscono tutte le donne, liberali, repubblicane, conservatrici. Di sessismo palese e di sessismo benevolo. Di come le dinamiche di potere hanno sempre ruotato a favore di uomini e che sì, le donne in ufficio vanno bene, ma se sono segretarie o portano il caffè. Certo, puoi parlare di politica, ma sorridi mentre lo fai, e se sei carina e simpatica, è meglio. Di matrimonio e di aborto. E in un periodo come il nostro, dove soprattutto quest’ultimi punti sono ancora al centro di discussioni e diatribe, non è affatto anacronistico, anzi, ed è incredibile vedere come, in praticamente mezzo secolo, le accuse mosse al movimento restano sempre le stesse e che, purtroppo, gran parte degli oppositori, sono donne.

Queste casalinghe sono il risultato del patriarcato, il cui lavaggio del cervello gli fa credere che se non stanno al gioco, perderanno l’amore e la protezione degli uomini.

Un grande punto di forza è che ogni episodio è incentrato su una donna coprotagonista, mostrando uno spaccato della sua vita, dei suoi ideali e, talvolta, un frammento del suo vissuto, ed è grazie a questo che si vede come, da una parte, le femministe possono essere donne di ogni tipo, etnia e ceto sociale, donne sposate, divorziate, con figli o senza, innamorate o madri single; dall’altra parte, come un alto numero di donne, quasi tutte dello stesso status economico e dalla stessa istruzione, nonostante il loro sentirsi “dalla parte giusta”, non appena provano a uscire dal tracciato (segnato sempre da uomini) o anche solo interrogarsi sul cosa c’è dall’altra parte e perchè lo si debba combattere a tutti i costi, vengono additate come “insane” o “deboli”, e con la minaccia di essere lasciate da sole, quindi infelici, vengono rimesse sulla retta via.

Vorrei capire perchè ci stiamo opponendo a tutte le risoluzioni femministe. Non siamo contro le donne che lavorano e l’educazione e contro le minoranze. Non dico che non dovremmo batterci per ciò in cui crediamo, ma non sarebbe meglio provare ad ottenere consenso in generale? (…) C’è abbastanza terra per tutti.

Ma Mrs. America non è vincente solo per parlare di femminismo e delle sue battaglie, ma del contesto incredibile che lo sorregge: i dialoghi perfettamente cuciti addosso ai personaggi, una regia che ricalca un po’ i film anni settanta, un lavoro meticoloso sui costumi (una gioia per gli occhi per chi ama la moda dell’epoca) e la colonna musicale, una combinazione perfetta che crea uno scenario ove impossibile non sentirsi trascinati all’interno, sentirsi al fianco delle donne che manifestano in strada, che alzano cartelli e fanno sentire le loro voci.

Un confronto, e scontro, di due generazioni così diverse, come avveniva nel 1977, continua ad avvenire oggi, ed è per questo che il femminismo non è un punto di arrivo, ma un nuovo punto di partenza.

[…] perciò dobbiamo continuare ad andare avanti, ad ondate. Quello che ci farà proseguire è la rivelazione di ciò che possiamo essere, di ciò che le persone intorno a noi possono essere, senza i muri opprimenti e le prigioni in cui ci hanno costrette a stare. E a prescindere da quanto potrebbe durare questa rivoluzione, non sarà possibile tornare indietro.

Fonti

Mrs. America, miniserie, 2020

Francesca Sutera

Serpeverde e femminista, cresciuta ad anime e film Disney ha maturato il suo amore per l'animazione, sopratutto per quella giapponese e per quella in stop motion, predilige le opere britanniche, specie se drammatiche o storiche, le favole horror e il black humor. Passa le giornate ad ascoltare musica e sperare in più rappresentazione nei film e cartoni animati.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Copy link
Powered by Social Snap