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Moon Knight: verso un futuro sempre più incerto

Moon Knight: verso un futuro sempre più incerto

Moon Knight: poster

2022

Disponibile su: Disney+

2.5/5

Ormai nel pieno della quarta fase del Marvel Cinematic Universe, facciamo la conoscenza dell’ennesimo nuovo personaggio protagonista dell’ultima serie approdata su Disney+: Moon Knight. Presentato fin da subito come un prodotto anomalo rispetto al resto dei contenuti a cui casa Marvel ci ha abituati di recente, il personaggio interpretato da Oscar Isaac fa il suo debutto in sei caotici episodi che, fra alti e bassi, si separano nettamente dalla continuity del vastissimo universo del MCU.

Un prodotto confusionario

Giudicare e valutare una serie televisiva è totalmente differente da un prodotto cinematografico, questo lo sappiamo bene, ma raramente ci è stato chiaro come in questo caso. I sei episodi che ci accompagnano attraverso la scoperta del personaggio – o meglio, dei personaggi di Steven Grant e Marc Spector, percorrono un percorso che definire altalenante sarebbe riduttivo.  Ancora prima del suo debutto, Moon Knight è stata presentata come una serie lontana dal mondo e dalla lore appartenente al resto dell’universo esplorato fino ad ora – pur facendone parte – e gli stessi trailer, durante la campagna marketing, hanno contribuito a creare delle aspettative che si sono rivelate ben lontane dalla realtà. In generale, ciò che ci si aspettava di vedere era un prodotto dalle fattezze di un thriller decisamente più sanguinolento rispetto agli standard di casa Disney e per carità, il sangue e la violenza non sono mancati, ma di quei toni dark tanto annunciati nemmeno l’ombra. Se dal primo episodio, infatti, si poteva pensare di essere sulla giusta strada per vedere finalmente realizzate delle atmosfere diversificate (sulla scia dell’apprezzatissima serie The Punisher, per intenderci), la sostanza cambia già dalla puntata immediatamente successiva, quando la suspence e i giochi di tensione creati precedentemente vengono completamente a mancare e il tanto atteso thriller si rivela essere l’ennesima produzione di avventure comiche, ben collaudate ormai dalla stessa Marvel. Il vero distacco – e qui, quando parlavano di enormi differenze non mentivano – apportato da Moon Knight non sta tanto, quindi, nella sua modalità di narrazione ma nei suoi contenuti, decisamente più maturi rispetto a ciò a cui siamo stati abituati, specialmente negli ultimi prodotti lanciati.

Lo stesso protagonista risulta essere un’enorme novità in un ambiente simile. Oscar Isaac, infatti, interpreta per la prima volta in un titolo Marvel, un protagonista affetto da un disturbo mentale – il disturbo dissociativo dell’identità per l’esattezza. Si tratta di una sfida che ha portato Isaac ad interpretare praticamente ben due personaggi distinti, Steven e Marc, entrambi due facce della stessa medaglia e segnati dai medesimi traumi e drammi. 

Tra alti e bassi

È proprio il rapporto tra Steven e Marc che diventa collante e punto di forza dell’intera serie, conferendo al prodotto una profondità e una maturità di cui si sentiva la mancanza nei prodotti Marvel. La stessa maturità e la stessa profondità sarebbero, però, dovute essere usate per affrontare e realizzare un contenuto simile. Moon Knight, infatti, soffre della stessa inevitabile maledizione di cui sembrano essere affetti tutti i prodotti sfornati dalla Marvel ultimamente, come Doctor Strange nel Multiverso della Follia o Spider-Man: No Way Home: se da una parte abbiamo una maggiore complicazione dei contenuti e dei temi, dall’altra vengono semplificate le modalità con cui questi contenuti vengono narrati. Ciò influenza anche le spiegazioni, arrangiate e mescolate all’interno di un unico incasinato minestrone presentato molto banalmente negli ultimi episodi, puntate in cui sono più le domande che sorgono che le risposte che vengono date a quelle già esistenti. In particolare, l’ultimo episodio è descrivibile come un unico ed enorme buco di trama, messo su sembrerebbe di fretta e furia giusto per confezionare l’inevitabile e visivamente fuori luogo combattimento interamente in CGI – che, ancora una volta, non viene usata al massimo delle sue potenzialità – senza dare quella chiusura che ci si aspetterebbe da un prodotto definito mini serie come lo è Moon Knight.

Una sceneggiatura simile stona ancora di più specialmente se inserita all’interno di un prodotto che, bene o male, cerca comunque di regalare dei piccoli raggi di luce. Un esempio è l’introduzione, a metà stagione, della psiche di Marc/Steven sotto forma di struttura psichiatrica, un espediente che aprirebbe le porte a molteplici e importantissime potenzialità ma che, purtroppo, rimangono inesplorate sempre a favore di una, a quanto pare, preferibile semplificazione e banalità narrativa. Una piccola nota di merito è senza ombra di dubbio doverosa al cast, uno spiraglio di qualità in questo oceano di caos. Oltre a Isaac, che nonostante la debolezza della sceneggiatura risulta capace di spiccare nei ruoli di Marc/Steven, troviamo in Moon Knight anche Ethan Hawke e May Calamawy, scelte azzeccate per i rispettivi ruoli del villain Harrow e di Layla El-Faouly, ma che purtroppo non bastano per rendere Moon Knight un prodotto memorabile.

Arrivati a questo punto, è doveroso chiedersi quale sia la strada che la Marvel ha intenzione di intraprendere, sia in generale che parlando più nello specifico proprio di Moon Knight. A causa dei praticamente non esistenti collegamenti con il restante dei prodotti del MCU, il dubbio rimane nel capire che ruolo potrà avere un personaggio come quello di Moon Knight nel futuro della casa dei supereroi. Se la quarta fase risulta infatti essere già abbastanza confusa in termini di continuità narrativa e della direzione che si intende intraprendere, Moon Knight va solo a complicare maggiormente le cose, diventando un ennesimo tassello fuori luogo se inserito all’interno dell’enorme puzzle composto dal Marvel Cinematic Universe ma, allo stesso tempo, risultando essere pressoché privo di senso se abbandonato a sé stesso. Non ci resta che aspettare e sperare che arrivino maggiori informazioni dalla stessa Marvel, sperando che questa volta siano più chiare di Moon Knight.

Fonti

Moon Knight (2022), Disney+

Valentina Dadda

Studia scienze dei beni culturali ed è innamorata da sempre del cinema e della letteratura, suoi compagni di viaggio da una vita. Affronta le giornate passando da una citazione all'altra e passerebbe ore a parlare di scienza o di femminismo, o di tutte queste cose insieme.

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