RecensioniSerie TV

Loki: il dio dell’inganno e del caos (o quasi)

Loki: il dio dell'inganno e del caos (o quasi)

Stagione 1

2021

Disponibile su: Disney+

3/5

La terza serie del Marvel Cinematic Universe, Loki, si è conclusa proprio la scorsa settimana. Così volge al termine anche la prima stagione dei debutti firmati Marvel per la piattaforma Disney+, iniziati con WandaVision.

Fino a pochi anni fa non avremmo mai ritenuto possibile vedere realizzata una storia incentrata totalmente sul dio dell’inganno interpretato da Tom Hiddleston, eppure abbiamo avuto ben sei episodi. Loki ci ha permesso di conoscere più a fondo un personaggio nato come villain ma che, negli anni, è riuscito ad appassionare i fan di tutto il mondo che a gran voce hanno richiesto un suo ritorno. Il risultato è stato quello di un progetto sicuramente ambizioso ma che mai riesce a raggiungere le vette tanto desiderate.

Loki: Tom Hiddelston e Owen Wilson in una scena della serie

Un Loki non molto Loki

Ciò che il personaggio di Hiddleston poteva dare sembrava essersi esaurito con la tragica fine in Infinity War (se non addirittura con l’epilogo di Thor: Ragnarok) ma gli avvenimenti di Endgame hanno dato modo di creare una nuova versione di Loki, una versione ferma al 2012, quando scappa insieme al Tesseract dopo la battaglia di New York. Un espediente che crea, sicuramente, una quantità di potenziale indefinito considerando che si tratta di un personaggio totalmente diverso a quello da cui eravamo abituati: il Loki creato dalla nuova linea temporale è un Loki che non ha ancora vissuto alcuni degli eventi più importanti della sua vita, un Loki in cui la crescita che abbiamo visto negli anni non è ancora avvenuta. O, almeno, questo sarebbe dovuto essere. 

Non sarebbe un prodotto Marvel senza alcun riferimento alla nostra realtà ed è così che ricerca dell’identità e della volontà divengono i temi portanti che non solo muovono ogni episodio ma anche i personaggi stessi: catapultato in un ambiente che distrugge ogni certezza, Loki (così come i personaggi intorno a lui) prova a farsi spazio per capire chi è realmente e cosa vuole. Proprio il personaggio protagonista merita un commento tutto a sé. Sin dal primo episodio, incontriamo un Loki che si introduce perfettamente nel nuovo mondo che siamo tenuti a conoscere, governato dalla TVA. Brillante, sagace, spocchioso: sembra essere davvero il Loki che tutti conosciamo e abbiamo imparato ad amare. Peccato che questa scrittura sia stata abbandonata fin da subito per fare spazio a una versione del personaggio totalmente sconnessa da qualsiasi idea antecedente. Man mano che gli episodi scorrono, Loki sembra diventare quasi un’ombra di sé stesso, un lontano ricordo del dio dell’inganno amante del caos. L’amore per il disordine e per lo scompiglio lascia spazio, forse fin troppo, a una confusione che porta a un arco di redenzione che già ci è stato propinato in ogni salsa e di cui avremmo volentieri fatto a meno. 

Loki: Tom Hiddleston e Sophia di Martino in una scena della serie

Un prodotto imperfetto

Il percorso di perdono estremizzato di Loki si inserisce, fortunatamente, in un contesto che risulta ugualmente godibile. I vari episodi, almeno i primi, godono di una regia che impalca un teatro di posa eccellente, perfetti per introdurre le prime vere novità che cambieranno totalmente il destino della fase quattro del Marvel Cinematic Universe.  Hiddleston viene affiancato da personaggi che, grazie al loro carisma e potenziale, portano la serie ad essere forse il più interessante tra i prodotti usciti fino ad ora. È il caso di Mobius, interpretato da Owen Wilson, che non manca di regalarci scene tipiche dei buddy film, ma anche quello di Sylvie (Sophia di Martino), che si dimostra essere forse più “Loki” dell’originale. Entrambi i personaggi rientrano perfettamente in quella fascia di anti eroi le cui ingiustizie subite perfezionano il processo di immedesimazione necessario nel corso di una serie televisiva. 

Se, però, i singoli episodi scorrono velocemente e appassionando gli spettatori, la visione d’insieme (doverosa con il finale di stagione) porta a una serie fin troppo lunga di errori e distrazioni che trovano espressione massima nell’ultimo episodio: dopo una quinta puntata decisamente carica di azione, il finale chiude debolmente il ciclo portando al classico “spiegone” interminabile, fatto più di vuoti e silenzi che da veri e propri dialoghi. La consolazione è l’introduzione nel MCU di un personaggio che potrebbe finalmente scuotere gli equilibri stabiliti.

Insomma, Loki è stata una serie che sicuramente ha sorpreso molti, sia in positivo che in negativo. La casa madre Marvel ha dimostrato, purtroppo, di doversi ancora abituare alla tecnica seriale ma le aspettative per il futuro, ora che film e serie si stanno ufficialmente mescolando, sono più alte che mai ed è proprio con la promessa di vedere tornare il personaggio che Loki si conclude. 

Fonti

Loki (2021), Disney+

Valentina Dadda

Studia scienze dei beni culturali ed è innamorata da sempre del cinema e della letteratura, suoi compagni di viaggio da una vita. Affronta le giornate passando da una citazione all'altra e passerebbe ore a parlare di scienza o di femminismo, o di tutte queste cose insieme.

One thought on “Loki: il dio dell’inganno e del caos (o quasi)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Copy link
Powered by Social Snap