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Le nebbie di Avalon: il romanzo di Marion Zimmer Bradley

Le nebbie di Avalon: il romanzo di Marion Zimmer Bradley

Le nebbie di Avalon: locandina e valutazione

Marion Zimmer Bradley

HarperCollins (2018)

1983

4.5/5

Le nebbie di Avalon arrivò in Italia nel 1986, quattro anni dopo l’edizione originale, edito da Longanesi e tradotto da Roberta Rambelli. Nel 2018 HarperCollins ha scelto di ristampare il romanzo e, per la prima volta, abbiamo avuto la possibilità di leggerlo in italiano nella sua versione integrale, senza i tagli che erano stati attuati nella prima edizione, con la nuova traduzione di Flavio Santi e la conseguente divisione in due volumi (parte prima e parte seconda). Una nuova traduzione che, oltre a portarci parti finora censurate, ha anche scelto di rimanere fedele ai nomi originali dei personaggi e dei luoghi, senza utilizzare la loro versione italianizzata. Viviana rimane così Viviane, Morgana è Morgaine e Ginevra è Gwenhyfar: una scelta che, forse, aiuta meglio a calarsi in questo mondo medievale inglese.

Il punto di vista femminile

Ai miei tempi mi furono dati diversi nomi: sorella, amante, sacerdotessa, maga, regina. In verità mi è toccato in sorte di essere una maga e forse verrà il giorno in cui bisognerà conoscere questa storia.

Il ciclo arturiano ci è stato raccontato in ogni dove e in ogni forma possibile: dagli scritti più antichi medievali alle rivisitazioni più moderne di John Steinbeck, Mark Twain e T.H. White, agli stessi prodotti cinematografici o televisivi che si sono susseguiti negli ultimi anni – ricordiamo il cartone Disney de La spada nella roccia, la serie BBC Merlin e la recentissima e criticata Cursed di Netflix di cui vi abbiamo già parlato qui – tanto che, ormai, i suoi personaggi e le sue vicende ci sono familiari.

Nessuna di queste opere, però, ad esclusione di Cursed che tuttavia non è stata proprio riuscitissima, ha trattato la materia bretone come Marion Zimmer Bradley ha deciso di fare per la prima volta. Il ciclo di Avalon di cui è autrice è infatti principalmente famoso per aver trattato la materia interamente dal punto di vista delle donne che fanno parte di questo immaginario ma che mai prima di allora avevano ricevuto il ruolo di protagoniste, oscurate dalla narrazione predominante totalmente incentrata sulle gesta di re Artù e dei cavalieri della tavola rotonda. Un’operazione simile l’ha realizzata anche Madeline Miller con il suo Circe, che, così come Le nebbie di Avalon, tratta della mitologia greca dal punto di vista di una donna, anch’essa maga. Entriamo così a Camelot attraverso gli occhi e le esperienze di Viviane, Igraine, Morgaine e Gwenhwyfar, ripercorrendo tutta la storia a partire dal matrimonio tra Igraine e Uther Pendragon, da cui nascerà Artù, fino alla fine del regno di Artù stesso e alla sua morte.

Romanzo fantasy o storico-religioso?

E adesso che il mondo è cambiato e Arthur – mio fratello e amante, che è stato re e sempre lo sarà – giace morto nell’Isola Sacra di Avalon (il popolo dice che sta dormendo) occorre che la storia venga narrata com’era prima che i preti del Cristo Bianco la ammantassero con i loro santi e le loro leggende.

Le nebbie di Avalon da un lato è certamente un romanzo fantasy, ma dall’altro lato poggia su delle solide basi storico-religiose. Attraverso il ciclo arturiano, infatti, Marion Zimmer Bradley trova lo spunto per raccontare in realtà il mondo medievale britannico e, in particolare, il passaggio dalla religione celtica, fondamentalmente matriarcale, a quella cristiana, di stampo totalmente opposto e quindi patriarcale. La dualità tra le due religioni è fortemente presente all’interno del romanzo attraverso diversi piani. Abbiamo le due isole, quella di Avalon, sempre più nascosta agli occhi umani dalle nebbie man mano che la religione cristiana prende piede in Inghilterra, e quella dei preti, che tentano di mantenere lontano il mondo di Faerie e i suoi riti “satanici” attraverso la preghiera e il suono delle campane; abbiamo due modi diversi di vedere il mondo, quello matriarcale di una religione che venera la Grande Madre e che coinvolge fortemente le donne come proprie sacerdotesse, e quello patriarcale di una religione che invece venera Cristo ed esclude la donna da ogni ruolo dominante; abbiamo due personaggi, Morgaine e Gwenhwyfer, che si fanno esponenti di una e dell’altra religione, attraverso il loro percorso di formazione che le porterà ad agire nel mondo in due modi diversi e fondamentalmente contrari.

Le nebbie di Avalon si fa così baluardo del femminismo analizzando attraverso l’occhio della religione e dei riti che ne fanno parte il cambiamento fondamentale nel ruolo sociale della donna di cui la religione cristiana in particolare, nettamente predominante nel contesto europeo, potrebbe essere stata portatrice. 

Un romanzo insomma interessante sotto molti punti di vista e che mostra come il genere fantasy possa veicolare molteplici messaggi.

Fonti

Le nebbie di Avalon, Marion Zimmer Bradley, 2018, HarperCollins Italia

Gaia Galimberti

Laureata in Scienze dei Beni Culturali all'Università degli Studi di Milano, è cresciuta fantasticando mondi attraverso i libri e, dopo essersi innamorata del cinema, fatica a trovare il tempo per correre dietro a tutte le sue passioni. Sogno nel cassetto: scrivere un libro.

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