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Il talento del calabrone: il thriller che non riesce fino in fondo

Il talento del calabrone: il thriller che non riesce fino in fondo

Il talento del calabrone: locandina e voto

Giacomo Cimini

2020

Disponibile su: Prime Video

2.5/5

Siamo a Milano, in una notte come tante. Lo skyline illuminato fa da sfondo al palazzo sede di Radio 105 dove il dj Steph (Lorenzo Rachelmy) intrattiene i suoi ascoltatori. Ma ecco che alla richiesta del dj ai fan di chiamare per avere la possibilità di vincere un concorso, risponde un uomo che dice di star girando in auto per Milano e minaccia di farsi saltare in aria se il dj non starà alle sue richieste.

Le premesse per realizzare un film diverso c’erano tutte, eppure ci sono molte cose che non funzionano e che vanno a minare un’idea che potenzialmente poteva essere interessante. Il thriller italiano di Giacomo Cimini, realizzato in collaborazione con Amazon Prime Video, sebbene ne vada lodato il coraggioso tentativo, non riesce a soddisfare pienamente le aspettative e a spiccare il volo come avremmo voluto.

Il talento del calabrone: Anna Foglietta in un'immagine dal film

Che cosa manca?

Ci sono i personaggi caratterizzati a tutto tondo, c’è una trama forte e convincente e potenzialmente intrigante, c’è una location, quella della radio, molto chiusa ma allo stesso tempo aperta su un panorama che regala un interessante gioco di luci e ombre, e ci sono anche colpi di scena decisamente inaspettati. Che cosa manca? Sembrerebbe nulla, eppure Il talento del calabrone non funziona fino in fondo e fin dall’inizio risulta essere molto spento e, soprattutto, finto. É purtroppo evidente fin dalle prime battute che la recitazione della maggior parte degli attori del film non è abbastanza. Lorenzo Richelmy non riesce ad entrare appieno nella parte del dj e si sente nella cadenza del parlato, dove neanche i saluti che dovrebbero essere entusiasti risultano credibili, molto lontana dai presentatori radio a cui siamo abituati. Ma la nota più dolente è purtroppo Anna Foglietta, nella parte del Colonnello dei Carabinieri Rosa Amedei, che, fin da subito, tra un paio di anfibi e la pistola d’ordinanza a tracolla di un elegante abito da sera, riveste i panni del classico poliziotto duro da film americano che in questo contesto purtroppo stona totalmente quasi diventando una parodia di se stessa. Tra una deduzione holmesiana improbabile e attacchi d’isteria totalmente fuori luogo, Anna Foglietta non riesce a superare la prova del thriller con una recitazione fin troppo forzata che porta a chiederci cosa sia successo sul set.

Nuovi esperimenti da sostenere

Qualche nota stonata ha sicuramente anche la sceneggiatura che volendo per forza di cose dosare il ritmo della narrazione con colpi di scena che tengano lo spettatore incollato allo schermo scivola su alcuni collegamenti deduttivi di cui si percepisce poco la logica, anche qui forzata. Non bastano purtroppo una buona idea di partenza e un giallo con elementi “intelligenti” se i personaggi arrivano a trovare la strada giusta con ragionamenti totalmente fuori dalle loro capacità: risulta quanto meno forzato che un carabiniere sappia connettere termini di lingua cinese o che conosca paradossi filosofici se non è stato prima dato un background convincente al personaggio.

L’unico personaggio davvero convincente è alla fine quello del Calabrone, interpretato da Sergio Castellitto, che se non altro è anche il protagonista, ma anche lui riserva qualche momento di recitazione esagerato che lascia un attimo perplessi.

Un esperimento quindi che non riesce per intero ma che continua ad aprire la strada al cinema italiano verso un nuovo orizzonte di film di genere che ci avvicina sempre un passo di più a rinnovarci e a portarci su piani internazionali.

Fonti

Il talento del calabrone, Giorgio Castellitto, 2020

Pressbook del film

Gaia Galimberti

Laureata in Scienze dei Beni Culturali all'Università degli Studi di Milano, è cresciuta fantasticando mondi attraverso i libri e, dopo essersi innamorata del cinema, fatica a trovare il tempo per correre dietro a tutte le sue passioni. Sogno nel cassetto: scrivere un libro.

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