Il Cavaliere Oscuro e la contaminazione dei generi
La trilogia del Cavaliere Oscuro e la contaminazione dei generi
Finalmente ci siamo: ieri, nelle sale cinematografiche italiane è uscito Tenet, l’ultimo lavoro di Christopher Nolan. La nostra serie di approfondimenti sulla carriera del regista britannico, però, non si è ancora conclusa e questa volta andremo ad esplorare la trilogia che più di tutte ha cambiato la concezione del cinema popolare.
C'erano una volta i cinecomic
È il 2003 quando la Warner Bros. annuncia di aver affidato a Christopher Nolan il compito di dirigere una nuova pellicola cinematografica incentrata sull’eroe dei fumetti Batman, non molto tempo dopo aver rilasciato Insomnia, film che lo introduce definitivamente tra la cerchia dei registi più promettenti di Hollywood. Direi che possiamo affermare che, da questo momento in poi, inizia per Nolan un percorso che non ha mai deluso. Il primo capitolo dell’annunciata trilogia, Batman Begins, alla sua uscita nel 2005, diventa fin da subito un vero e proprio successo, non solo per il botteghino e per la critica ma per il cambiamento epocale che Nolan è riuscito ad apportare all’interno dell’industria cinematografica.
A quei tempi i famosi cinecomic non godevano di certo della fama e del successo che invece li vede ora in testa al mercato cinematografico, grazie anche al lavoro compiuto dall’Universo Cinematografico Marvel. I film ispirati ai fumetti non mancavano ma ben pochi erano riusciti a colpire realmente il pubblico, primo tra tutti sicuramente il fortunato Spider-Man di Sam Raimi. D’altra parte, i veri e propri fallimenti erano parecchi e la volontà di rimediare specialmente all’insuccesso di Batman & Robin del 1997, diretto da Schumacher, era più forte che mai. È proprio in questo momento che Batman Begins ha interpretato un ruolo chiave che ha cambiato la nostra percezione su un genere che, in quegli anni, non era di certo facile da gestire.
Nolan ha sicuramente tratto un’importante lezione da ciò che è venuto prima di lui, specialmente dai primi film degli X-Men, dai quali ha preso la volontà di collocare l’eroe mascherato DC in un contesto che fosse il più reale possibile. Cercando di evitare il più possibile l’uso di effetti visivi con la CGI e la ricostruzione di scenografie posticce, Nolan ha dato al personaggio la stessa dignità di cui potevano godere i film più acclamati dalla critica.
L'eroe nolaniano
Con il film successivo, Il Cavaliere Oscuro, Nolan raggiunge l’apice della poetica iniziata con il primo capitolo della trilogia. È difficile guardare questo film e pensare di poter associarlo ad altre pellicole basate sui supereroi fumettistici: questo perché, nonostante Nolan abbia lavorato a fondo sullo studio di alcuni albi (in particolare Batman: Anno Uno, The Killing Joke e Batman: Il lungo Halloween), il realismo apportato è persino maggiore rispetto a quello del primo film, arrivando a permetterci di accostare il film a un crime movie. Il Joker, introdotto alla fine di Batman Begins e principale antagonista di questo secondo capitolo, è un personaggio particolarmente riuscito e acclamato ancora oggi, a distanza di anni, proprio perché ha ben poco di fittizio ed è questo che angoscia, e allo stesso tempo affascina, lo spettatore.
Nolan innalza il genere dimostrando a tutti di poter andare oltre la semplice resa supereroistica e lo fa inserendo anche in questi film le tematiche che oramai abbiamo imparato a riconoscere. Quella che più tra tutte spicca ne Il Cavaliere Oscuro è sicuramente la concezione del doppio, resa attraverso la caratterizzazione che sfiora la perfezione dei personaggi e che si manifesta nel loro confronto diretto sullo schermo. Caos e ordine sono i due cardinali che muovono l’intera storia, rappresentati rispettivamente dal Joker e da Batman, eterni antagonisti ma anche complementari tasselli di un equilibrio precario costantemente minacciato. L’introduzione di Due Facce, alter ego di Harvey Dent, enfatizza maggiormente l’intento di Nolan, personificando non solo il doppio di sé stesso una volta perduto tutto ciò che credeva di avere, ma anche il doppio di Bruce Wayne. Dent è l’eroe senza maschera che crede nella giustizia legislativa senza alcun dubbio, è la fede cieca in ciò che dovrebbe essere, senza il bisogno di dover utilizzare alcun trucco, mentre l’eroe interpretato da Christian Bale si sente schiacciato dal senso del dovere che appartiene ad una giustizia più oscura. La poetica con cui Nolan ha portato avanti questa narrativa ha fatto de Il Cavaliere Oscuro il film che, per eccellenza, è riuscito a scardinare completamente le definizioni che limitano il cinema popolare e quello autoriale.
Una concezione stravolta
Il rinnovamento filologico del personaggio si conclude nel 2012, con l’uscita de Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno.
Oggetto di maggiori critiche rispetto ai precedenti, questo terzo episodio rimane comunque l’atto finale di un percorso tragico che Nolan ha epicamente costruito partendo dalla nascita, passando per la distruzione del mito segnata anche dal cambiamento del nome nel cupo Cavaliere Oscuro, e arrivando infine ad una resurrezione simbolica.
Il percorso effettuato in questo film è forse il più personale, quello che risente maggiormente della necessità del personaggio di appendere al chiodo il mantello. Il simbolo della rinascita è presente in ogni aspetto del film e in ogni personaggio, a partire dal covo di pipistrelli da cui Bruce riemerge insieme al padre e fino ad arrivare alla caverna, luogo d’origine di Bane, da cui entrambi dovranno fuggire. Christopher Nolan è riuscito a dare un’interpretazione dell’eroe che è sicuramente estremamente personale ma che funziona in maniera praticamente perfetta, trasformando Batman in un’idea più che in un vero e proprio eroe: un’idea che a volte risulta particolarmente pesante e che diventa motivo di liberazione per Bruce Wayne ma che può continuare a vivere anche separata dal suo alter ego.
Il lavoro effettuato da Christopher Nolan sulla trilogia ha lasciato ai posteri un’eredità particolarmente difficile da raccogliere, sconvolgendo la visione d’insieme del pubblico su un genere che, al giorno d’oggi, deve la sua fortuna anche e specialmente a lui.
Batman Begins, Christopher Nolan, 2005
Il Cavaliere Oscuro, Christopher Nolan, 2008
Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno, Christopher Nolan, 2012
Condividi su: