Fate – The Winx Saga: ma sono davvero le Winx?
Fate - The Winx Saga: ma sono davvero le Winx?
Vi ricordate quel cartone animato che andava in onda di prima mattina di cui tutte le ragazze in età pre-adolescienzale (ma anche adolescenziale) parlavano? Quel cartone animato prodotto dal nostrano studio di animazione Rainbow fondato da Iginio Straffi?
Ecco, le Winx – nome nato dal termine inglese wings – sono diventate ora un gruppo di adolescenti vere, tangibili, grazie al nuovo adattamento in sei episodi di Netflix, piattaforma streaming che basa la maggior parte delle sue produzioni originali proprio su prodotti rivolti agli adolescenti.
Vediamo quindi di cosa si tratta.
Un adattamento dark
Cambia il formato e cambia anche il target: se Winx Club si rivolgeva ad un pubblico prevalentemente pre-adolescenziale, con Fate – The Winx Saga Netflix si uniforma al resto dei suoi contenuti e alza l’asticella, rivolgendosi ad un pubblico in piena età adolescenziale e farcendo il prodotto di tutta una serie di cliché del genere. Non mancano quindi riferimenti all’alcool, ai party, alla trasgressione propria di quell’età, e ad alcuni accenni un po’ più “piccanti” che forse stonano un po’ con il tono molto più modesto del resto della serie. In linea con molti nuovi prodotti che affollano il catalogo non mancano neanche riferimenti al sempre più crescente interesse verso tematiche femministe e, in generale, progressiste, che però vengono enunciati con una scrittura decisamente troppo semplicistica e senza voglia di approfondimento finendo per risultare pressoché inutili.
Inevitabilmente così Fate – The Winx Saga cambia anche il tono e tutti quei colori sgargianti che spiccavano a primo impatto dalla scuola magica di Alfea del cartone animato, contrapposti a quelli più dark della scuola delle streghe, si attenuano definitivamente e puntano ad un’atmosfera molto più oscura e sinistra che richiamano il contesto di prodotti più horror. Un’ispirazione che forse deriva direttamente da uno dei più recenti prodotti Netflix per adolescenti, Le terrificanti avventure di Sabrina.
Una serie poco magica
La nuova serie si distacca così nettamente dal cartone animato da cui ha origine e vira verso una trasposizione molto poco fedele ma che si presenta come un progetto decisamente interessante e che punta al remake live-action anche per modernizzare il brand e attirare nuovo pubblico. Delle Winx infatti la serie non ha molto se non i nomi dei personaggi principali – con, ahimé, qualche mancanza – e alcune citazioni che risulteranno ovvie agli occhi dei più appassionati.
Tra le differenze più importanti con il cartone animato è inevitabile non parlare della mancanza di una delle protagoniste, Tecna, la fata della tecnologia caratterizzata dal violetto, e, più importante, di come manchino due aspetti fondamentali della caratterizzazione di Musa e Flora-Terra. Un punto a favore del cartone animato era proprio la diversità che caratterizzava il gruppo di amiche protagoniste: se da un lato avevamo le caucasiche Bloom, Stella e Tecna, dall’altro avevamo Aisha nera, cosa mantenuta nel live-action, ma anche una Musa asiatica e una Flora latino-ispanica che invece qui mancano. Non si comprendono appieno i motivi della scelta ed è stata una delle critiche maggiori rivolte al nuovo adattamento con la quale è impossibile non concordare.
La serie risente inoltre di un budget probabilmente piuttosto basso che taglia un po’ di quella magia che si sarebbe dovuta invece avere da una serie sulle fate: i personaggi vestono, si comportano e usano strumenti tutt’altro che magici. Nonostante questo gli effetti speciali, per quel poco che compaiono, sono abbastanza credibili. Risulta però difficile vedere Fate – The Winx Saga come una serie diversa da un qualsiasi altro teen drama a causa di una totale mancanza di atmosfere prettamente magiche. Si può solo sperare in un miglioramento per una eventuale seconda stagione.
Fate – The Winx Saga, Netflix, 2021
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